mercoledì 28 dicembre 2011

cernòbyl 25 anni fa. l'apocalisse di giovanni e la stella assenzio. 5 pallottole modello 91

San Michele Arcangelo

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il terzo angelo suonò la trombae cadde dal cielo una grande stella,ardente come una torcia,e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque.la stella si chiama assenzio;un terzo delle acque si mutò in assenzioe molti uomini morirono per quelle acque,perché erano divenute amare.
(giovanni, apocalisse: 8,10)

parte prima, l’Esperimentol’Esperimento fu tentato al gruppo 4 appena passata la mezzanotte tra il 25 e il 26 aprile del 1986.
era già stato fatto, l’Esperimento, con il gruppo 3.
e non era riuscito.
bisognava rifarlo.
nei giorni precedenti al 25 aprile, la squadra mise a punto la procedura.per tecnici, funzionari e dirigenti coinvolti, non c’erano punti oscuri.tutto chiaro.
nel pomeriggio del 25 aprile 1986 il gruppo 4 sarebbe stato fermato per un normale ciclo di manutenzione programmata.visto che si andava a spegnere, si sarebbe provato a vedere il comportamento del reattore in caso di avaria.
tutto era pronto, quel pomeriggio del 25 aprile 1986.ma il gestore di rete vietò di spegnere il gruppo 4.non si poteva lasciare il paese al buio. non si potevano fermare le fabbriche, le acciaierie.
così fu ordinato al gruppo 4 di lavorare ancora qualche ora e di rinviare di 9 ore l’Esperimento.
passò la mezzanotte tra il 25 e il 26 aprile.
la squadra che aveva studiato la procedura se ne andò a casa.
in sala controllo entrò il nuovo turno.che dovette improvvisare l’Esperimento che non conosceva.
cominciarono la procedura per l'Esperimento esattamente 25 anni fa, alla stessa ora in cui io sto scrivendo queste parole.
all’1,23 e 45 secondi, l’esplosione.
parte seconda, la terra nerain ucraina ero passato di sfuggita anni fa, viaggiando in macchina da rostov, sul mar d’azov alla foce del don, e andando verso mosca.a fianco della statale, per centinaia di chilometri, solamente i girasoli su una terra nera, nerissima, come se fosse fatta con carbone sbriciolato.
durante quel viaggio una mattina un uomo mi avvicinò.era vecchio.un uomo molto vecchio.
il vecchio mi disse: “siete i primi italiani che vedo da 60 anni”.
un calcolo mentale, e sentii la storia attraversarmi la schiena.
il vecchio con poche parole di vita personale esprimeva il dramma collettivo, nomi come divisione cosseria, divisione julia, divisione ravenna e tante altre.
decine di migliaia di persone che non tornarono a casa.

quel posto fatto di nulla, di girasoli e di terra nera, in quel momento era il centro del mondo, dove tutto si condensa, dove avviene tutto.
quel vecchio allungò la mano e mi diede un cartafaccio fatto con una pagina di giornale russo. dentro c’era qualcosa.
io aprii l’involto.
dentro c’erano cinque cartucce di moschetto 91. cartucce italiane. cariche: bossolo e proiettile. cartucce non sparate, pronte per il caricatore.
“le ho raccolte stamattina all’alba in riva al fiume per voi.queste sono vostre, italiane.le avete lasciate voi, una volta.ve le restituisco”.
non sapevo dove guardare, imbarazzato per la storia e per il dramma che quel vecchio qualunque mi stava passando dalla sua mano alla mia mano.
tutto era passato di lì, per quel posto fatto nulla, di girasoli e di terra nera e di cinque pallottole italiane per moschetto 91. quello era il centro del mondo, dove tutto si condensa, dove avviene tutto.
parte terza, la stanza buia al centro del mondosono tornato in ucraina molti anni dopo.un mese e mezzo fa ero nella sala controllo del gruppo 4. primo giornalista che vi entrava (ufficialmente) 25 anni dopo l’Esperimento.
la sala controllo è un bunker di cemento senza alcuna finestra e senza più luce.buio, bisogna entrare con una torcia elettrica.il cemento del pavimento è coperto da un dito di polvere.non si può toccare niente, non le pareti di cemento armato sulle quali sono depositati i radionuclidi.se qualcosa cade in terra, nella polvere, si contàmina.
in un angolo della stanza nera sono schiacciate decine di cicche di sigaretta: non si può fumare da nessuna parte, e allora vengono in questo bunker buio a far lampeggiare di nascosto la brace delle parliament pacchetto blu.
sulle consolle di acciaio grigio e sugli armadi elettrici erano allineati a centinaia gli indicatori, gli orologi, i pulsanti, le spie luminose.tutto è stato smontato.oggi sulle lamiere impolverate ci sono centinaia di buchi allineati, orbite vuote senza più oggi.sotto i buchi ci sono i resti dei fasci di cablaggi.alla parete di fondo, lo schema del gruppo 4, centinaia di quadratini (quelli della barre di controllo, quelli delle barre di potenza, quelli della barre di moderazione) e in ogni quadratino un buchetto che ospitava una spia luminosa, strappate anch’esse.
con il telefonino, ho rubato due brevi filmini, una ventina di secondi l'uno, senza qualità alcuna.
 
 
sono due spezzoni miei, non hanno alcun valore se non come testimonianza.
qui, in questo bunker buio, la notte tra il 25 e il 26 aprile 1986, i tecnici con la cuffia bianca come quella che indosso io, con il càmice bianco come questo, hanno seguito gli appunti dell’Esperimento lasciati dai colleghi, hanno girato gli interruttori che erano qui davanti dove oggi ci sono i buchi e i cablaggi strappati, hanno seguìto i dati su indicatori e orologi, hanno sbagliato.
in questo posto fatto di nulla, una stanza nera di cemento, in questo bunker polveroso e senza luce, tutto si condensa, tutto avviene.
parte quarta, la stella assenzioil testo dell’apocalisse, scritto in greco antico, è attribuito a giovanni l’evangelista.
apocalisse non significa catastrofe. apocalisse, in greco, significa "svelamento".
significa "rivelazione di una cosa nascosta".
eccone un passo:
il terzo angelo suonò la trombae cadde dal cielo una grande stella,ardente come una torcia,e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque.la stella si chiama assenzio;un terzo delle acque si mutò in assenzioe molti uomini morirono per quelle acque,perché erano divenute amare.
(giovanni, apocalisse: 8,10)
per duemila anni, questo passo non aveva alcun senso.l’assenzio è un’erba il cui succo amarissimo può dare allucinazioni.
però se si va sul dizionario di russo dal’, nell’edizione originale, è la copia anastatica dell'edizione del 1912 del dizionario, a pagina 659 del volume 4 (pagina 1318 della numerazione integrale), colonna di destra, sopra la metà pagina, si scopre una cosa.

si scopre che in ucraino cernobyl significa assenzio.

(lo stesso accade in cèco, altra lingua slava come l’ucraino e il russo: l’artemisia absinthium (assenzio) si chiama pelynek cernobyl).
ripercorro il passo dell'apocalisse usando la parola ucraina di assenzio.
e il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque, e la stella si chiama cernobyl; un terzo delle acque si mutò in cernobyl e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare.
tutto passa di lì, quello il centro del mondo dove le cose si condensano.ogni cosa è illuminata.

lunedì 26 dicembre 2011

Apocalisse 2012: La copertina del libro "franco"

Apocalisse 2012: La copertina del libro "franco": La prentazione del libro avrà luogo il 19 marzo 2012 al Teatro della...

La copertina del libro "franco"


































































 La prentazione del libro avrà luogo il 19 marzo 2012 al Teatro della Concordia in Piazza Michelangelo a Venaria Reale alle ore 21.00



















French experience of my book "franco"

La copertina del libro autobiografico romanzato in cui si raccontata una storia, la storia di un uomo, il cui destino è già segnato prima della sua venuta su questa terra. Come ognuno di noi nasce, non per caso, ma per assolvere ad un compito ben preciso e profetico; lasciandosi trasportare dagli eventi, dietro i quali, il mistero si manifesta nella sua totalità, raccoglierà i messaggi divini per annunciarli al mondo. Nulla nella nostra vita è a caso, facendo molta attenzione, liberandoci da ogni pregiudizio, da ogni  preconcetti, da ogni attaccamento materiali e spogliandosi di tutto, come per incanto, un mondo nuovo e ignoto si scoprirà all'orizzonte. Un nuovo mondo, un orizzonte di luce infinita che illumina il futuro cammino fino alla fine dei nostri giorni su questa terra, per raggiungere l'eterna infinita vita rivelata nello Spirito con l'abbandono del corpo già su questa terra.


franco

"franco"




La presentazione del libro avrà luogo al Teatro della Concordia  in Piazza Michelangelo  a Venaria Reale alle ore 21,00 del 19 Marzo 2012

































































































































French experience of my book "franco"

La copertina del libro autobiografico romanzato in cui si raccontata una storia, la storia di un uomo, il cui destino è già segnato prima della sua venuta su questa terra. Come ognuno di noi nasce, non per caso, ma per assolvere ad un compito ben preciso e profetico; lasciandosi trasportare dagli eventi, dietro i quali, il mistero si manifesta nella sua totalità, raccoglierà i messaggi divini per annunciarli al mondo. Nulla nella nostra vita è a caso, facendo molta attenzione, liberandoci da ogni pregiudizio, da ogni  preconcetto, da ogni attaccamento materiale e spogliandosi di tutto, come per incanto, un mondo nuovo e ignoto si scoprirà all'orizzonte. Un nuovo mondo, un orizzonte di luce infinita che illumina il futuro cammino fino alla fine dei nostri giorni su questa terra, per raggiungere l'eterna infinita vita rivelata nello Spirito con l'abbandono del corpo già su questa terra.

venerdì 18 novembre 2011

La macchina del tempo esiste ed � in Vaticano



di Daniela Ghio - Il Gazzettino del 3 agosto 2002
Sarebbe nascosta in Vaticano la macchina del tempo inventata da padre Pellegrino Ernetti
La notizia ha del sensazionale: in Vaticano verrebbe tenuta gelosamente nascosta una macchina capace di vedere il passato, attraverso una sorta di televisore. Uno strumento scientifico portentoso e fantastico, che potrebbe divenire pericoloso per l'intera umanit�: il "cronovisore�, cos� si chiama la scoperta, captando gli eventi del passato, li farebbe vedere come si sono realmente svolti, svelando anche rischiosi segreti. La macchina sarebbe stata inventata da un ricercatore italiano, padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti, monaco benedettino, conosciutissimo esorcista, musicologo di fama internazionale e scienziato, vissuto a Venezia, nel convento benedettino dell'isola di San Giorgio Maggiore, dove � morto otto anni fa, nel 1994.
A rivelare la scoperta 
 un libro "bomba" appena pubblicato in Francia, a Parigi, dalle Edizioni Albin Michel: "Le noveau mystare du Vatican" (Il nuovo mistero del Vaticano") del teologo francese padre Francois Brune. Brune � un personaggio assai noto in Francia: professore di teologia, ha pubblicato libri di notevole impegno, accolti sempre con grande interesse anche dalla stampa laica. Il suo nome, come quello della casa editrice, sono una garanzia di serietà scientifica e per questo il volume che ha dedicato al cronovisore ha riaperto congetture e discussioni infuocate, diventando una miscela esplosiva.
Della sconvolgente apparecchiatura aveva già parlato intorno agli anni '70 lo stesso padre Ernetti in numerose interviste e pubblicazioni, e ai suoi allievi di prepolifonia al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. La scoperta aveva suscitato un putiferio. Da una parte c'erano infatti sostenitori entusiasti: se era possibile rivedere il passato, la macchina avrebbe sciolto definitivamente tutti i dubbi restanti su eventi fondamentali che avevano cambiato la storia del mondo.
Dall'altra c'erano le persone spaventate: il cronovisore poteva rivelarsi uno strumento pericoloso per carpire segreti e mettere a rischio la sicurezza dell'umanit�.
Le discussioni non finivano mai ed erano soprattutto gli uomini di Chiesa i pi� coinvolti.
Poi improvvisamente il benedettino si trincer� in un rigoroso silenzio, spiegando che aveva ricevuto ordini in proposito dal Vaticano, l'interesse and� lentamente scemando e dopo qualche anno della �macchina del tempo" non si parl� pi�.
Il libro di padre Brune rivela fatti inediti, retroscena incredibili, dettagli sconcertanti, indica nomi di personalit� al di sopra di ogni sospetto, di scienziati famosi, indica date, circostanze precise, riporta documenti straordinari, lunghe conversazioni con padre Ernetti e il tutto, cucito insieme, diventa una valanga documentale cui � difficile fare opposizione.
Il volume dimostra con dovizia di prove che il cronovisore � realmente esistito, anche se l�argomento �, a detta dello stesso autore, ai limiti della fantascienza.
Negli anni '60 un gruppo di scienziati, tra cui padre Pellegrino, sarebbe riuscito a captare le onde visive e sonore del passato concreto ter�restre, con una macchina che sa�rebbe in grado di ricostruire non solo i fatti e i detti della vita di cia�scuno, ma addi�rittura la storia.
La scoperta parte da un principio di alta fisica: ciascuno d� noi, a mano a mano che passano i secondi, nelle ore, nei giorni, nei mesi e negli anni della vita presente, lascia dietro di s� come una doppia scia, "visiva e sonora", poich� ogni uomo altro non � che energia visiva e sonora. �Tutta la nostra ''fisionomia" -spiega Ernetti nel saggio "Bibbia, teologia; magia e scienza" del 1987- � energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge pi� semmai si trasforma, per� resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio�. Con il cronovisore, racconta Brune, il gruppo di scienziati guidato dal monaco benedettino fece ricerche dapprima su Mussolini, poi su Napoleone, quindi pass� ad avvenimenti dell'et� romana e assistette alla rappresentazione di alcune famose tragedie. Di una di queste, scritta da Quinto Ennio, che si intitolava "Thiestes" della quale si conosceva solo qualche breve citazione, trascrisse l'intero testo come venne recitato a Roma nel 169 a.C., durante i giochi pubblici in onore di Apollo. Padre Ernetti raccont� a padre Brune di aver visto anche tutto lo svolgimento della Passione, della morte e della Resurrezione di Cristo.
Nel suo libro Brune afferma che la macchina, composta da tre gruppi di elementi, si trova �sequestrata" in Vaticano. Padre Ernetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorit� vaticane C'era stata una riunione segreta con il papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A padre Ernetti era stato imposto di non fare pi� pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato. E cos� aveva confidato tutto all'amico teologo francese.
Chi scrive ha conosciuto personalmente padre Ernetti, era un sacerdote dotato di grande carisma e umanit�. Una persona semplice e onesta, tutta dedita ai sudi studi sulla prepolifonia, sulla pneumofonia e all�attivit� di esorcista della diocesi di Venezia, carica che ha ricoperto per quasi trent'anni. Non mi ha mai parlato della macchina del tempo. Del resto oggi nessuno ne sa pi� niente e tutta la vicenda ha assunto un aspetto davvero misterioso. Forse il volume di Brune porter� finalmente alla luce la realt�.

lunedì 14 novembre 2011

Riflessioni su Steve Jobs


Steve Jobs (24 febbraio 1955Palo Alto, 5 ottobre 2011)

Steve Jobs Neutrality Ricevo e volentieri pubblico questa riflessione dopo la scomparsa del geniale fondatore della Apple CARLO BLENGINO*

TORINO
Steve Jobs
ha cambiato il mondo?
Ho un amico, grande studioso del mondo dell’informatica e di internet, che quando prende in mano un ipad sta male. Quell’oggetto, bellissimo e geniale, rappresenta per lui l’archetipo di un tradimento: l’inizio della fine di internet. Ne è affascinato e ne riconosce la perfezione formale e funzionale, ma soffre nel maneggiarlo, conscio del fatto che in quella tavoletta c’è tutto, ma solo il tutto che la Apple ha deciso debba esserci: e tutto quel che c’è appartiene, più o meno direttamente, alla Apple, o dalla Apple proviene.

Personamente godo ogni giorno dei vantaggi dell’ipad, e non condivido affatto la sua sofferenza (ed anzi soffro quando devo usare Ubuntu sul suo netbook), ma ne intuisco le ragioni.

Così come, pur non condividendone la rozzezza, comprendo le ragioni dell’annuncio dato ieri da Richard Stallman sul suo blog : E’ morto Steve Jobs, il pioniere del computer immaginato come una fichissima prigione, progettata per separare gli sciocchi dalla loro libertà.

E' lecito, e in una certa misura dovuto, il tributo che il mondo occidentale riconosce a Jobs.

Rimango perplesso quando unanimemente si decanta e si esalta la Sua “visione”, se per essa intendiamo quei prodotti perfetti, costruiti per sfruttare internet e monetizzare ogni dato ed ogni fruizione, senza rischi, ma con una libertà ben delimitata e dai confini invalicabili. Nulla di male, ma certamente quella visione non coincide con la visione di chi internet ha realizzato e con il web lo ha reso lo straordinario strumento di comunicazione libera e indipendente che conosciamo. Ed è questa la “visione” che dobbiamo onorare e che dobbiamo preservare per il futuro.

Con un ipad in mano puoi parlare di net neutrality e di content neutrality, ma non può esser l'ipad ad incarnarne il simbolo delle straordinarie nuove libertà della rete.

Quando solo alcuni giorni fa il giochino Phone Story (http://www.phonestory.org/) realizzato da Molleindustria è stato bannato dall'Apple Store per ragioni risibili, una piccola, per quanto insignificante macchiolina si è posata sugli schermi lucidi dei nostri iphone.

Un anno fa Tim Wu, colui che dalla Columbia University per primo tratteggiò il principio della Network neutrality, in un intervista al NYTimes individuava nella Apple di Jobs il possibile nemico (http://bits.blogs.nytimes.com/2010/11/14/one-on-one-tim-wu-author-of-the-master-switch/). Manie da accademici, o forse invidia diranno in molti. Può darsi.

Certo è che alcune affermazioni che in questi giorni leggiamo sui giornali e vediamo in televisione con l'enfasi della santificazione sono davvero singolari. Non so se Steve Jobs abbia cambiato il mondo. So che lo hanno cambiato Vint Cerf, Tim Berners Lee e decine di anonimi ingegneri che nelle università condividono il loro lavoro su internet realizzando la rete come oggi la conosciamo. So che lo ha cambiato Wikipedia (di cui pochi conoscono il nome del fondatore) che ha reso concreta quell'intelligenza collettiva che dalla periferia della rete è alimentata. A costoro dobbiamo essere profondamente grati.

Steve Jobs ha realizzato e venduto oggetti bellissimi, innovativi e rivoluzionari che rendono la vita un po' più facile e anche divertente. Tutti gliene siamo grati, e lo abbiamo già dimostrato, pagando il dovuto per i suoi prodotti.

Liu Xiaobo: "Nobel della pace" al dissidente cinese La rabbia di Pechino: "E' un'oscenità"


Il riconoscimento a Liu Xiaobo che sta scontando la condanna a undici anni di prigione. Obama e l'Europa: «Adesso liberatelo»
Liu Xiaobo "Nobel per la Pace" (Changchun, 28 dicembre 1955)
 
Liu Xiaobo ha definito Internet " Un dono di Dio"
OSLO
Il dissidente cinese Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna a 11 di prigione, ha vinto il premio Nobel per la pace. La Cina ha reagito con rabbia, affermando che la decisione del comitato norvegese per il Nobel, è «un'oscenità» che «vìola completamente i principi» dello stesso premio.

Soddisfatti invece diversi leader occidentali, fra cui il presidente americano Barack Obama, vincitore del Nobel per la pace dell’anno scorso, che ha chiesto la liberazione del dissidente. Il premio a Liu Xiaobo, ha affermato oggi il comitato per il Nobel, è un riconoscimento della «lunga e non violenta battaglia in favore dei diritti umani» condotta per due decenni dal dissidente.

Spiegando i motivi della scelta il presidente del comitato norvegese Thorbjoern Jagland ha affermato che «la Cina, seconda economia del mondo, deve aspettarsi di essere sotto stretta osservazione man mano che diventa più potente, come gli Usa dopo la seconda guerra mondiale». «Mentre la Cina cresce - ha proseguito - abbiamo il diritto di criticarla, noi vogliamo far avanzare le forze che vogliono che la Cina diventi più democratica».

Nella motivazione della scelta si legge che «la Cina viola diversi accordi internazionali dei quali è firmataria, così come la sua stessa legislazione in merito ai diritti umani: mentre la Costituzione garantisce la libertà di espressione, è stato provato che essa è negata ai cittadini cinesi». In una nota diffusa sul suo sito web, il ministero degli esteri cinese sostiene che Liu Xiaobo è «un criminale« che è stato condannato «dalla giustizia cinese». La decisione è destinata a «nuocere alle relazioni tra la Cina e la Norvegia», il cui ambasciatore a Pechino è stato subito convocato dalle autorità cinesi.

Il ministero degli esteri cinese ricorda che secondo le parole del suo fondatore Alfred Nobel, il premio per la pace deve essere assegnato a «persone che hanno promosso la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli armamenti e che si sono sforzate di promuovere iniziative di pace». Le «azioni» di Liu Xiaobo, conclude il comunicato, sono «completamente contrarie» a questi principi. Liu Xia, la moglie del dissidente, che potrebbe vederlo domani in carcere, ha dichiarato di essere «sopraffatta dalla gioia» per il premio che, ha sottolineato, appartiene «a tutti coloro che lavorano per i diritti umani e la giustizia in Cina». In un’isolita atmosfera di felicità e di eccitazione, i dissidenti cinesi hanno detto di sperare ora in un cambiamento in Cina e hanno annunciato che celebreranno la vittoria di Liu Xiaobo con brindisi e fuochi d’artificio.

Liu Xiaobo, un professore di letteratura che oggi ha 54 anni, ha iniziato la sua attività di dissidente nel 1989, schierandosi con il movimento per la democrazia guidato dagli studenti. Subito dopo il massacro che mise fine al movimento, trascorse 18 mesi in prigione e nel 1995 fu condannato a tre anni di »rieducazione attraverso il lavoro«. In questi anni Liu Xiaobo ha continuato a scrivere saggi e articoli critici del regime cinese, diventando una delle voci più ascoltate in patria e all’ estero del dissenso cinese. A fruttargli la pesante condanna a 11 anni - inflittagli per il reato di «istigazione alla sovversione dei poteri dello Stato» - è stata la sua partecipazione alla stesura di Carta08, un documento che chiede la fine del regime a partito unico e l’ instaurazione di un sistema pienamente democratico in Cina. L’unico altro premio Nobel per la pace ad un personaggio scomodo per la Cina fu assegnato al Dalai Lama nel 1989, pochi mesi dopo il massacro di studenti e cittadini di piazza Tiananmen.

Lo stesso leader tibetano ha espresso oggi la sua soddisfazione e inviato le sue congratulazioni a Liu Xiaobo. Il presidente americano Barack Obama ha chiesto alla Cina di rilasciare Liu Xiaobo al più presto possibile. «Negli ultimi 30 anni - ha affermato Obama - la Cina ha fatto notevoli progressi nel migliorare la vita dei suoi cittadini, portando centinaia di milioni di persone fuori dalla povertà. Ma questo premio ci ricorda che la riforma politica non c’è stata e che i diritti umani basilari di ogni uomo, donna e bambino vanno rispettati». La liberazione «immediata» di Liu Xiaobo è stata chiesta anche dal ministro degli esteri francese Bernard Koucher, dal portavoce del governo tedesco Steffen Seibert e dal presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek. L’Unione europea si è invece limitata a congratularsi, ma non ha chiesto esplicitamente la liberazione di Liu (cosa che hanno fatto invece singoli Paesi come Francia e Germania). Diversi osservatori ritengono che il premio al dissidente è destinato ad accrescere la pressione internazionale su Pechino, già in difficoltà per le pressanti richieste di sopravvalutare lo yuan e per la crisi diplomatica con il Giappone.
 

"Così ho regalato il web al mondo". Parla Tim Berners Lee, il padre del www.


 "Con la mia invenzione non mi sono arricchito e c'è ancora una sfida da vincere: il divario digitale. Oggi festeggia a Roma i 20 anni della sua creatura

"NON C'E' STATO un momento "eureka" nella creazione del Web. Un momento preciso in cui ho detto: è fatta! È stato piuttosto un percorso lungo. Se devo indicare un inizio potrebbe essere addirittura il 1980 quando scrissi un programma che si chiamava Enquire: io ero un giovane fisico e lavoravo al Cern di Ginevra. Quel programma mi serviva a tenere traccia del complesso di relazioni fra persone, idee, progetti e computer di quella straordinaria comunità di scienziati. Era solo ad uso personale. Poi nel 1989 scrissi un memo ai miei capi, un memo storico anche se allora non potevo saperlo. Proponevo di creare uno spazio comune dove mettere le informazioni a disposizione di tutti: lo chiamai il Web. L'idea era avere una rete dove chiunque potesse facilmente avere accesso a qualunque informazione, e dove aggiungere informazioni fosse altrettanto facile. Nel 1991 già funzionava fra gli scienziati e ho iniziato a diffonderla nel resto del mondo. Sono passati vent'anni esatti e posso dire che abbiamo avuto un certo successo...". Tim Berners Lee ha 56 anni, è nato a Londra ma ormai da tempo vive e insegna al MIT di Boston; ha vinto il Millennium Prize, è considerato una delle 100 persone più importanti del secolo scorso e la regina Elisabetta II lo ha nominato cavaliere nel 2004. Per questo è diventato "sir". Ma il titolo più importante glielo ha dato la Storia, con la maiuscola: è il creatore del World wide web. Stenta a credere che per molti Internet e il Web siano sinonimi. "Qualche giorno fa in Polonia stavo cercando di spiegare ai traduttori la differenza fra Internet e il Web. Visto che non ci riuscivo, ho chiesto: come spiegate il periodo che passa fra l'invenzione di Internet, 40 anni fa, e quella del Web, 20 anni dopo? E loro mi hanno risposto: 40 anni fa avevamo il comunismo e quindi per noi i due concetti sono sinonimi. In Italia la sapete la differenza?". Per parlare del futuro di Internet, della necessità che tutti abbiano accesso alla rete e per soffiare sulle prime venti candeline del www, sir Tim oggi è a Roma dove aprirà una conferenza a lui dedicata: "happybirthday web".

Wikipedia indica nel 6 agosto 1991 la nascita del Web, ovvero la messa in rete del primo sito: info. cern.ch. È una data speciale che dobbiamo trasmettere ai nostri figli? Avete in qualche modo festeggiato?
"A dire il vero non molto. Il 6 agosto 1991 ho solo mandato un messaggio al newsgroup alt.hypertext per far conoscere il Web al resto del mondo. Ma era già disponibile all'interno della comunità del Cern. Per me già esisteva".

Molti dicono: Berners-Lee è stato bravo, ma il Web l'ha creato per caso mentre cercava di costruire un sistema per la gestione delle informazioni.
"Assolutamente no! Infatti lo chiamai subito World wide web, la grande rete del mondo, anche se molti mi diedero del presuntuoso. E gli indirizzi dei siti, le Url, le volevo chiamare Universal resource identifier. Ma quel nome fu bocciato dalla comunità degli ingegneri. Mi dissero: come puoi definire questa cosa 'universale'? E io, che ero l'ultimo arrivato in quell'ambiente, cedetti: ok, chiamiamolo Uniform, dissi, così almeno non cambiava sigla".

Per difendere l'apertura del Web, spesso si dice: è una piattaforma per l'innovazione. Difficile dirlo a chi pensa che Internet serva solo a mandare mail o aggiornare lo status su Facebook.
"Intanto va detto che quando la gente manda una mail o sta in un social network, spesso ha uno scopo creativo. L'idea del Web, quello che sta dietro tutto, è che se una persona ha una mezza buona idea e l'altra metà sta nella testa di un altro, il Web è il connettore che permette alle due metà del cerchio di unirsi. L'idea è una rete da tessere".

È un'arma di costruzione di massa.
"Bella definizione. Questa è l'innovazione del Web. Non tutte le tecnologie portano innovazione. Una tecnologia può essere di 'fondamenta' o di 'soffitto'. La prima è la base che supporterà sviluppi sempre più importanti. L'altra no: è progettata per creare un valore immediato e quindi denaro al suo fornitore. Il Web è una tecnologia 'fondamentale'".

Sul fronte opposto stanno sistemi come quelli adottati da Apple e Facebook?
"C'è una battaglia, o meglio, una tensione costruttiva, fra l'esigenza di fare soldi e quella di innovare. Un'azienda può avere la necessità di controllare l'intero sistema per fornire buone prestazioni e acquisire clienti e quindi pagare bene i propri programmatori. Ma se finisce con l'essere troppo dominante e chiusa limitando la libertà della gente, perderà mercato. Un giardino meraviglioso ma chiuso non può competere con la bellezza di una folle e indomita giungla".

Il giardino della Apple ha perso il suo giardiniere. Qual è stata la sua reazione alla notizia della morte di Steve Jobs?
"Ho scritto un post sul mio blog. Una volta ci siamo quasi incontrati in una riunione di sviluppatori di NeXT in Francia. Lui osservò molte cose in quella stanza, ma andò via prima di poter notare il World wide web".

Il NeXT era il computer visionario che Jobs realizzò quando venne licenziato dalla Apple. E su un NeXT lei ha scritto il codice del Web. Insomma, era un po' anche roba sua...
"È vero, scrissi il progetto su un NeXT e fu incredibilmente facile. Era un computer che veniva dal futuro. Ricordo lo stupore quando mi arrivò e lo scartai, nel settembre 1990. La mail era già configurata e si apriva automaticamente con un messaggio audio di Jobs in persona che iniziava così: "Non stiamo più parlando di personal computer ma di interpersonal computing, collaborazione fra le persone". Geniale! In quegli anni chi aveva un computer era molto frustrato. E Steve Jobs lo aveva capito. Aveva capito che i computer dovevano essere utili, collaborare con l'utente e fare ciò che l'utente si aspetta; e poi essere lineari, facili da usare e belli da vedere. Oggi lo diamo per scontato: del resto il sistema operativo del Mac e dell'iPhone si basa sul NeXT..."

Parliamo dell'Italia: siamo molto indietro per la diffusione della Rete. Che cosa ci stiamo perdendo?
"Prima di tutto penso che l'ubiquità della Rete sia più importante della velocità. La velocità è importante se vuoi vedere un video in alta definizione; ma l'ubiquità, anche con connessioni più lente, significa che puoi ricevere e spedire la posta e far parte dell'economia digitale. E poi: dando una banda larga minima a tutti si possono spostare i pagamenti pubblici online risparmiando un sacco di soldi. Insomma, penso che dovreste fare un grosso sforzo per colmare il divario digitale, per portare la Rete anche nelle aree rurali e in quei luoghi dove c'è gente che semplicemente non ha ancora imparato ad usare questa tecnologia. Questo significa anche creare luoghi pubblici dove tutti possono usufruire della Rete: immagino Internet-Point nelle piccole città e nei paesini dove andare per pagare il bollo dell'auto online, o cercare un lavoro, ritrovare i parenti che si sono persi di vista da tempo, mettere in vendita la macchina, insomma fare quelle cose che la gente ancora non sa fare online".

La scelta che sta facendo l'Italia sembra l'opposto: portare la banda ultralarga nelle grandi città e nelle aree industriali, e lasciare indietro gli altri.
"Non è solo una questione di altruismo, il punto è come rendere il Paese più operativo e funzionale. Si tratta di capire se un Paese è serio oppure no. È un Paese serio quello in cui non si riescono a raggiungere contemporaneamente tutte le persone, e la gente non è informata tempestivamente su quello che succede, e non è in grado di rispondere alle emergenze? No, non è un Paese dove investire".

L'Open government, ovvero quella serie di politiche che coinvolgono i cittadini nella amministrazione attraverso trasparenza e strumenti di partecipazione, può contribuire a diffondere l'uso del Web?
"Un governo digitale è molto più efficiente di un governo basato sulla carta, perciò prima il Paese abbatte il digital divide e meglio è. Ma l'Open government vuol dire arrivare a coinvolgere i cittadini per ottenere un feedback e magari una consulenza spontanea. È molto di più. Poi, c'è tutta la questione degli Open Data...".

A che punto è arrivata la campagna per liberare i dati pubblici?
"I dati che il governo ha nei suoi archivi sono una risorsa preziosa per migliorarci la vita. Sapere, ad esempio, se un certo treno è in funzione e sta viaggiando, quali strade hanno delle buche, dove si trova la posta più vicina, il numero di crimini commessi in una determinata area del Paese, dove sono custoditi i piani di emergenza anti-alluvione... Essere in possesso di questo tipo di informazioni può far prendere decisioni migliori. E poi, c'è la trasparenza, che alcuni mettono al primo posto. In Gran Bretagna sta diventando normale che i dati relativi alla spesa pubblica siano "aperti". Il Web è il luogo dove tutti possono verificare come vengono spesi i soldi dei cittadini".

Dopo 20 anni, il Web è diventato quello che aveva immaginato?
"Sono molto contento della quantità incredibile di cose successe, ma purtroppo non vedo tanta gente che usa il Web in modo efficace per realizzare nuove idee. Internet è nato come piattaforma per lavorare insieme, e invece quasi tutti si limitano a usarlo per leggere e basta. Evidentemente gli strumenti di collaborazione che abbiamo non sono ancora adeguati".

Dice "ancora" perché sta lavorando a un progetto di questo tipo?
"Sì, sono entusiasta di progettare, tra le altre cose, strumenti per il Web semantico che si basano sul concetto di dati collegati fra loro. Il Web semantico riguarda i dati, mentre i motori di ricerca lavorano con documenti ipertestuali. La sfida dei motori di ricerca è stata di cercare di creare una struttura dove non c'era alcuna struttura, tentando di infondere ordine e significato laddove non vi erano né ordine né significato; mentre con i dati l'ordine e il significato ci sono già. Quando si dispone di dati in un archivio, essi sono già ben ordinati e ben strutturati e hanno un significato molto più definito di gran parte dei contenuti presenti sul Web. Adesso finalmente sempre più persone stanno capendo il valore dei "linked open data". Sarà così il nuovo Web e sarà più intelligente".

Il Web ha creato moltissimi ricchi: ha rimpianti di non essersi arricchito?
"No. Se qualcuno mi vuole dare un sacco di soldi, a me non dispiace. Ma a me non dà fastidio che la gente abbia aperto attività sul Web e sia diventata ricca, anzi".

Oltre due miliardi di persone usano il Web. Percepisce l'apprezzamento della gente per quello che ha fatto?
"Sì, un apprezzamento immenso. Però sono anche molto contento di non essere riconosciuto per strada! Vorrei dire un'ultima cosa..."

Prego.
"Vorrei solo ricordare il sito "WebFoundation.org". Si tratta di una nuova Fondazione per combattere il divario digitale: c'è un vero abisso di opportunità tra coloro che hanno Internet e utilizzano il Web in modo efficace, e tutti gli altri. Di fatto, il collegamento alla Rete sta diventando così importante per l'umanità che ormai potremmo pensare all'accesso ad Internet come a un diritto universale. Il Nobel per la pace Liu Xiaobo ha definito Internet un dono di dio; bello, ma io preferisco parlarne come di un diritto dell'uomo".

sabato 12 novembre 2011

Chi è Mario Monti: "Senatore a vita" per ora


Abbiamo cercato attraverso una piccola ricerca, di sapere chi sia Mario Monti. Cosa ha fatto, quale sia il suo retroterra culturale, e soprattutto come la pensa in politica ed in economia.

Berlusconi ha perso la battaglia con sé stesso:"Non sempre si può vincere"

Berlusconi deve cedere le armi con onore per RISPETTO a milioni di italianiONESTI che se lo meritano.

Mario Monti: nuovo Presidente del Consiglio?

Mario Monti per ora solo Senatore a vita 

Attività accademica
Si diploma all'Istituto Leone XIII di Milano.
-  Nel 1965, a 22 anni, consegue la laurea in economia presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano e si specializza all'Università di Yale (Stati Uniti) ove studia con il Premio Nobel per l'economia James Tobin.
-    Nel 1969, a 26 anni, è professore ordinario presso l'Università degli Studi di Trento.
-    Dal 1970 insegna presso l'Università degli Studi di Torino, che lascia nel 1985 per diventare professore di economia politica presso l'Università Bocconi di Milano, dove diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica.
Monti è chiamato a rivestire incarichi di rilievo in commissioni governative e parlamentari:  
-          è relatore della commissione sulla difesa del risparmio finanziario dall'inflazione (1981),
-          presidente della commissione sul sistema creditizio e finanziario (1981-1982),
-          membro della Commissione Sarcinelli (1986-1987) e del
-          Comitato Spaventa sul debito pubblico (1988-1989)
-          Dal 1988 al 1990 è vicepresidente della Comit.
Sempre alla Bocconi assume la carica di Rettore (1989-1994) e successivamente quella di Presidente (1994), alla morte di Giovanni Spadolini.
Commissario Europeo (1994-2004)
Monti, in quel momento rettore della Bocconi, è indicato come candidato italiano per la nomina a commissario europeo nel 1994 dal governo Berlusconi I, assieme alla radicale Emma Bonino. Jacques Santer, presidente della commissione, gli assegna le deleghe a Mercato Interno, Servizi Finanziari e Integrazione Finanziaria, Fiscalità ed Unione Doganale.
-  Nel 1999 la Commissione Santer si dimette in blocco, a causa di uno scandalo legato a cattive pratiche di gestione ed amministrazione da parte di alcuni commissari.
- Nel 1999 Monti viene confermato commissario europeo dal governo D'Alema I, che indica Prodi come secondo rappresentante per la Commissione UE, di cui lo stesso Prodi diviene presidente, e riceve la delega alla Concorrenza. Sotto la sua guida la Commissione Europea approfondisce il ruolo di controllo della concorrenza, inaugurando il procedimento contro la Microsoft (tuttora in corso) e bloccando nel 2001 la proposta di fusione tra General Electric e Honeywell, considerata contraria alle normative antitrust.
Nel 2000 fu sollecitato da Benedetto Della Vedova e da altri europarlamentari della Lista Emma Bonino per un intervento che fermasse l'utilizzo eccessivo della Cassa Integrazione da parte della Fiat per i propri lavoratori in Italia.
In sostanza i Radicali avrebbero voluto che la Commissione Mario Monti avesse riconosciuto questo uso eccessivo della Cassa Integrazione come un aiuto di Stato, con quindi conseguente apertura di procedura d'infrazione per la Fiat e l'Italia.
Nella risposta di Mario Monti ad una delle suddette interrogazioni però, pur riconoscendo in sostanza il trattarsi d'aiuti di Stato verso la Fiat ("In Italia, la Cassa Integrazione Guadagni [...] nella pratica va al di là di quanto richiesto dalla direttiva"), Mario Monti rimanda la decisione sul da farsi a successive non precisate verifiche ("La compatibilità di simili aiuti dovrebbe essere valutata sulla base dell'articolo 87, paragrafi 2 e 3 del trattato CE").
Nel 2004 il governo Berlusconi II decide di non indicarlo per un terzo mandato nella commissione Barroso, indicando come unico candidato Rocco Buttiglione, poi sostituito da Franco Frattini dopo il rigetto della candidatura di Buttiglione da parte del Parlamento Europeo.
Attività scientifica
In economia Monti sostiene il mercato, le liberalizzazioni e il rigore dei conti pubblici. Uno dei risultati più importanti della sua attività di ricerca in campo economico è il modello di Klein-Monti che descrive il comportamento di una banca in regime di monopolio, risultato degli studi paralleli di Monti e del premio Nobel Lawrence Klein.
-    È stato il primo presidente del "Bruegel", un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri dell'UE e 28 multinazionali.
-    È inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg.
-    Dal 2005 è international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen.
-     È advisor della Coca Cola Company
Nel 2010, su incarico del Presidente della Commissione Europea Barroso, ha redatto un libro bianco (Rapporto sul futuro del mercato unico) contenente misure per il completamento del mercato unico europeo
Monti mantiene la carica di presidente dell'Università Bocconi.
Il 15 settembre 2010 Monti dà il suo appoggio all'iniziativa del gruppo Spinelli, fondato per rinvigorire la spinta federalista nell'Unione Europea. Assieme a lui, hanno dichiarato il proprio supporto Jacques Delors, Daniel Cohn-Bendit, Guy Verhofstadt, Andrew Duff, Elmar Brok. È editorialista de Il Corriere della Sera e autore di numerose pubblicazioni. La sua competenza e il rispetto che si è saputo guadagnare sia in ambito nazionale che internazionale hanno fatto sì che il suo nome sia stato più volte indicato per l'incarico di ministro in ambito economico sia in governi di centro destra che di centro sinistra. La sua autorevolezza di "tecnico" ha spinto Giuseppe Pisanu a indicarlo come una delle persone che potrebbero ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio per entrambi gli schieramenti.
Le dichiarazioni :
-  ”Non solo questa manovra, ma tutta l’impostazione seguita da Berlusconi fin dall’inizio non porta nella direzione della crescita. Servono interventi che sblocchino certi meccanismi di sviluppo,servono riforme strutturali,  liberalizzazioni che rilancino la concorrenza e combattano privilegi e rendite” (9 luglio al Messaggero durante crisi estiva).
- Il motivo per cui l’Italia è stata colpita da improvvisa sfiducia delle agenzie di rating sta nella tendenza ad andare alle calende greche, in un ”revival della commedia all’italiana. (14 luglio, dopo revisione del outlook dell’Italia)
- Il Governo ”ha finalmente aperto gli occhi e deciso almeno alcune delle misure necessarie per fronteggiare la crisi. Hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un governo tecnico. Le forme sono salve. I ministri restano in carica. Ma le decisioni principali sono state prese da un ‘governo tecnico sopranazionale’ e si potrebbe aggiungere ‘mercatista”’ (7 agosto, dopo la manovra correttiva al Corriere della Sera)
- ”Non ho mai partecipato alla disputa Governo tecnico si’ Governo tecnico no. L’emergenza spero venga presto superata e della "chiamata" spero proprio che non ci sia bisogno” (8 agosto, in un’intervista al Tg5)
-  ”Ritengo che questo governo debba farcela, e’ un imperativo. Non c’e’ più tempo: questa materia è urgente e grave” (3 settembre al Tg3)
- ”Bisogna attuare riforme impopolari mettendo insieme pro tempore le parti piu’ sensibili di ciascuna parte politica. Bisognerebbe rendere un po’ più infelice ogni italiano, limando i privilegi” (23 settembre a Genova)
-  ”Il presidente Berlusconi è un maestro quando dice che "il suo cuore gronda sangue perchè deve mettere nuove tasse, ma e’ obbligato dai mercati e dalla Unione Europea", Così ha fatto da due danni: ha reso piu’ invisa agli italiani l’economia di mercato e ha reso piu’ impopolare l’Europa” (23 settembre a Genova)
- ”L’Italia non e’ mai stata così decisiva sull’avvenire dell’Europa e così estranea alle decisioni sull’avvenire dell’Europa” (10 ottobre)
- Il varo di un decreto adeguato sullo sviluppo è ”enormemente piu’ importante” della nomina del nuovo governatore di Bankitalia (20 ottobre a Otto e Mezzo su La7 rispondendo alle domande di Lilli Gruber e del presidente dell’ANSA Giulio Anselmi)
- Bisogna evitare di ”rendere l’Italia da paese fondatore dell’Euro a paese affondatore” (20 ottobre a Otto e mezzo su La7)
-  ”Leggo spesso di tecnici o governi tecnici, ma sono dibattiti a cui non partecipo. Ma da cittadino dico che il problema non e’ di tecnica ma di passare da una politica ad un’altra politica” (4 novembre).

mercoledì 9 novembre 2011

Profezia dal Visnù Purana



I capi che regneranno sulla Terra saranno dei violenti; s'impadroniranno dei beni dei loro soggetti. Prevarrà la casta dei servi. Breve sarà la loro vita, insaziabili i loro desideri; conosceranno appena la pietà. Coloro che posseggono abbandoneranno agricoltura e commercio, vivranno passando allo stato dei servi o esercitando professioni varie. I capi, sotto pretesti fiscali, deruberanno e spoglieranno i loro sudditi e distruggeranno la proprietà dei privati. La sanità morale e la legge diminuiranno di giorno in giorno, il mondo sarà totalmente pervertito e l'empietà prevarrà fra gli uomini. Movente della devozione sarà soltanto la salute fisica; solo legame fra i sessi sarà la passione; unica via di successo la falsità- La terra sarà venerata soltanto per i suoi tesori materiali. Le vesti sacerdotali sostituiranno le qualità del sacerdote. Una semplice abluzione significherà purificazione, la razza sarà incapace di produrre nascite divine. .. Colui che possiederà e distribuirà più denaro sarà padrone degli uomini che concentreranno i loro desideri sull'acquisto anche disonesto della ricchezza. Ogni uomo si crederà pari a un bramano. La gente avrà terrore della morte e paventerà le carestie; soltanto per questo conserverà un'apparente religiosità. Le donne .. saranno egoiste, abbiette, mentitrici, discentrate e si attaccheranno ai dissoluti. Diventeranno oggetto soltanto di soddisfacimento sensuale (dal Visnù Purana, uno dei più antichi testi sacri Indiani)