Pretendere di descrivere l’Apocalisse dell’apostolo San Giovanni non è facile, ma l’interpretarla potrebbe sembrare temerario.
Apocalisse
è una parola di etimologia greca e vuol dire ‘Rivelazione’. E’ un’opera
profetica, non solo nel senso proprio del termine che equivale a
‘ispirata’, ma anche nel significato più comune per cui essa
‘profetizza’ avvenimenti destinati ad avverarsi in futuro, e più in
particolare i fatti determinanti della storia dell’uomo e del mondo.
Essa
pertanto, con un altro termine di etimologia greca, viene dunque detta
opera ‘escatologica’, cioè concernente le ‘ultime cose’ sulle sorti
dell’Umanità.
Come le profezie escatologiche dell’Antico Testamento, anche l’Apocalisse parla un linguaggio simbolico e velato.
Essa
– oltre a seguire un certo percorso narrativo cronologico che tuttavia
non è sempre facile riconoscere nei suoi vari collegamenti ed
intersecamenti – si esprime sovente con immagini dal
significato allegorico.
Queste si sono prestate a diverse ed anche
errate interpretazioni, influenzate non di rado dagli avvenimenti che
caratterizzavano i periodi storici in cui i suoi esegeti di volta in
volta si trovavano a vivere.
Nell’Apocalisse vengono descritti
fatti con una simbologia e delle immagini talvolta caratteristiche delle
precedenti profezie escatologiche dell’Antico Testamento, ciò non di
meno – per esplicita e ribadita dichiarazione di Gesù contenuta nel suo
testo - essa si riferiva ad avvenimenti contemporanei all’epoca in cui
San Giovanni l’aveva scritta ma soprattutto ad eventi futuri.
Certe
immagini possono fare pensare ad eventi del passato perché questi sono
‘figura’ di altri fatti simili che possono nuovamente ripetersi nel
futuro, come se ci trovassimo di fronte ad una serie di corsi e ricorsi
storici.
La storia insomma si ripete e, all’uomo dalla memoria
corta, Dio ricorda quanto avvenuto in passato per metterlo in guardia su
quanto potrebbe accadere nuovamente in futuro se egli commettesse gli
stessi errori nonostante i suoi richiami paterni.
L’Apostasia e
corruzione dell’Umanità che portarono al Diluvio universale sono figura
della Apostasia e ‘gran tribolazione’ dell’Epoca Anticristica, e
quest’ultima è a sua volta figura di un’altra situazione ancora peggiore
che porterà Dio a decretare la fine della Storia dell’Umanità quando
Satana si scatenerà non più attraverso l’Anticristo, ormai vinto tanto
tempo prima, ma direttamente, di ‘persona’, nella Guerra di Gog e Magog
per uscirne definitivamente sconfitto.
Poiché il futuro viene
prospettato con immagini grandiosamente drammatiche per l’Umanità, come
ad esempio la descrizione della distruzione di ‘Babilonia’, la ‘gran
città’, ecco che il termine ‘apocalittico’ è diventato sinonimo di
‘catastrofico’.
Non deve stupire questo modo ‘cifrato’ che Dio
utilizza talvolta nel messaggio apocalittico ed escatologico per
comunicare con gli uomini.
Ci potremmo chiedere come mai, se Dio
ci vuole comunicare qualcosa che concerne il nostro futuro, non lo
faccia in maniera chiara ed intelleggibile da tutti.
Dio lascia
infatti capire all’uomo quanto gli è sufficiente per sapere come
condursi. Egli gli indica la direzione della strada da prendere, il
punto cardinale, lasciandolo poi libero di seguire il percorso che egli
ritiene più confacente alle sue scelte di vita.
Dio – conoscendo
la nostra fragilità psicologica di esseri umani e volendo per amore la
nostra serenità – ci vieta la conoscenza piena del futuro, e così
facendo ci lascia privi di condizionamenti ‘esterni’ così da non
menomare la nostra libertà di azione che è il punto di riferimento sulla
cui base poi Egli emette i suoi giudizi.
Se Dio ci rivelasse
infatti il futuro con evidenza tale da essere del tutto conoscibile e
quindi con tutta evidenza ‘credibile’, le nostre scelte di vita
sarebbero condizionate ‘violentemente’ da questa conoscenza anticipata, e
noi non saremmo più ‘liberi’.
E’ tuttavia la libertà quella che
rende la vita degna di essere vissuta. E’ nella libertà che riposa la
dignità dell’uomo. E’ sempre nella libertà che l’uomo può decidere di
fare il bene o il male, ed è grazie ancora alla libertà che l’uomo viene
da Dio premiato o punito nell’Aldilà in base a come egli si è
liberamente condotto nella vita dell’Aldiqua.
Dunque il Dio
nell’Apocalisse ci avvisa, ci fa intuire, ma non ci svela tutto. Ci
mette sulla strada, stimola la nostra fantasia e perspicacia, ma lascia a
noi trarre le conclusioni.
Dio si rivelò ai Profeti parlando nel loro pensiero, trasmettendo loro il Suo pensiero.
Se
Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza - e se la somiglianza non
poté consistere nel corpo, poichè Dio non ha corpo ed è puro Spirito,
cioé Logos - come potè mai Dio parlare ai Profeti se non ‘comunicando’
con la loro mente ed il loro ‘spirito’ con il suo Spirito?
Ecco,
Dio - Spirito, Pensiero, Volontà, Potenza - parlò ai suoi figli, ai
Profeti, con il Pensiero, trasmettendo loro telepaticamente il suo
pensiero.
Perchè ai Profeti? Perchè erano dei 'giusti' e perchè,
sapendo Egli in anticipo che essi sarebbero stati - di proprio - dei
giusti, conferì loro dei doni, in particolare il dono di saper cogliere
ancora meglio la sua parola.
I giudizi di Dio sono
imperscrutabili, Egli vede dove l'uomo non vede, i nostri 'perchè' per
Lui non esistono, i nostri 'perchè' sono il segno della nostra
incapacità di capire.
Guai se capissimo troppo. Con una
comprensione 'superiore', degeneri come siamo ormai a causa delle
conseguenze del Peccato originale, faremmo cose ancora più terribili di
quante non ne facciamo già adesso.
Dio doveva, attraverso i
profeti, trasmettere agli uomini decaduti, imbarbariti, impoveriti
intellettualmente e spiritualmente, il senso della loro origine
spirituale, il loro essere figli di Dio.
I Profeti dell’Antico
Testamento dovevano ricordare agli uomini di essere Figli di Dio, la
loro origine, la loro missione, la loro strada.
Il loro compito
era mantenere accesa, almeno in una minoranza dell'umanità imbarbarita,
la fiaccola - una piccola fiaccola - che illuminasse l'uomo.
E’ la voce dei profeti quella che ha sempre caratterizzato la storia giudaico-cristiana.
Una
voce che si propagava e si ripeteva come un’eco da cima a valle, di
vetta in vetta, per poi essere raccolta e rilanciata amplificata dal
Profeta per eccellenza, Gesù Cristo, Verbo Incarnato.
Voce
quest’ultima ripresa e rilanciata ancora da altri profeti successivi,
anche moderni, perché nessuno potrà mai impedire a Dio di continuare a
parlare agli uomini attraverso i suoi profeti.
Giovanni fu uno dei profeti successivi a Gesù Cristo, il primo e più ‘autorevole’ della serie, insieme a San Paolo.
Si dice che la Rivelazione divina, la Verità, è stata data da Gesù Cristo perfetta e completa.
Questo
è vero, ma nelle ‘rivelazioni’ profetiche di cui parliamo, successive a
Gesù Cristo, non si tratta di annunciare nuove Verità quanto invece di
chiarire e ripetere quelle già date, perché l’uomo continua a non voler
capire ed a dimenticare.
Dopo i Profeti dell’Antico Testamento,
ecco dunque Giovanni, che come Aquila si libra alto nel cielo sopra
tutti gli altri evangelisti.
Egli – per quanto attiene
all’escatologia – chiarisce e conferma nell’Apocalisse quanto già
detto da Gesù nei Vangeli (Mt 24) con riferimento ai ‘tempi ultimi’.
Giovanni,
il puro per eccellenza, è anche l’autore di un Vangelo il cui Prologo
appare - più che ispirato – come ‘dettato’ direttamente da Dio.
Egli
era il discepolo prediletto, il più giovane e puro degli apostoli, e
aveva il privilegio - unico - di poter abbandonare il capo sulla spalla
di Gesù sedendogli accanto.
A Giovanni, l’apostolo dell’Amore, è
stata dunque affidata da Gesù-Verbo la più importante e completa
profezia escatologica sulla storia dell’Umanità.
Il Verbo-Gesù –
fin dall’inizio dell’avventura cristiana, intorno all’anno cento dopo
Cristo – volle farci sapere, attraverso le visioni di Giovanni ormai
vegliardo, quale sarebbe stato il futuro dell’Umanità in funzione di
quello che sarebbe stato il suo libero comportamento in rapporto
ai precetti divini.
Salvo i casi eccezionali di intervento
‘diretto’ dall’Alto - come nel caso delle celebri profezie date dalla
Madonna apparsa nel 1917 a Fatima ai tre pastorelli, comprovate dal
miracolo del sole rotante al quale assistettero circa settantamila
persone terrorizzate – Dio continua dunque a parlare anche oggi agli
uomini attraverso i suoi profeti per chiarire, quando giunge il momento
opportuno, profezie oscure e ‘sigillate’ che erano state affidate in
precedenza ad altri profeti.
Se ad esempio le profezie di vari
Profeti dell’Antico Testamento parlavano genericamente agli ebrei di un
futuro Messia senza però precisare l’epoca in cui questi sarebbe
apparso, Dio si è poi servito del Profeta Daniele (Dn 9, 24-27) – con la
famosa profezia escatologica nota come quella delle
‘settanta settimane’ (di anni) – per indicare con circa cinquecento anni
di anticipo i tempi precisi di futuro avveramento della venuta
messianica, i tempi di Gesù appunto, affinché il popolo discendente dai
Patriarchi non perdesse la speranza e soprattutto si preparasse
adeguatamente alla sua venuta.
Se il popolo di Israele non lo
seppe riconoscere quando il Dio-Verbo si incarnò nell’Uomo-Gesù, ciò fu
dovuto alla successiva caduta spirituale del popolo ebraico e della
classe sacerdotale in particolare, la cui durezza di cuore ne velò lo
spirito, accecandolo e rendendo impossibile cogliere i segni dei tempi e
riconoscere in Gesù il Messia vaticinato.
Dio però li aveva
avvisati…, e così è anche nell’Apocalisse, dove Dio ci avvisa ma siamo
poi noi che dobbiamo adeguarci nei comportamenti e saper anche cogliere i
‘segni dei tempi’.
Forse il lettore poco ‘introdotto’ non sa che
da qualche decennio è fiorito in tutto il mondo ed in particolare fra i
‘laici’ uno ‘spirito di profezia’. Come mai?
La Chiesa
‘gerarchica’ e ‘docente’ attraversa notoriamente una crisi di vocazioni e
di allontanamento dalla fede, come vedremo meglio in seguito.
Paolo
VI già aveva esclamato – dopo il concilio Vaticano II – che, contro
ogni aspettativa, pareva che il ‘fumo di Satana’ fosse entrato nella
Chiesa.
L’autorità del Pontefice viene sempre di più messa in
discussione. Si assiste in parte del Clero ad un generale adattamento ai
‘valori del mondo’. Non mancano gli scandali e la stessa autenticità
della Genesi sulla Creazione dell’uomo da parte di Dio viene sovente
messa in dubbio da teologi ‘moderni’ se non ‘modernisti’.
La fede dei ‘grandi’ della Chiesa sembra in qualche caso vacillare mettendo a rischio la fede dei piccoli.
Le vocazioni profetiche all’interno della Chiesa docente vengono non di rado soffocate dal razionalismo ormai imperante.
Persino
Papa Roncalli, cioè Giovanni XXIII, aveva messo in dubbio – nonostante
il miracolo del sole - le rivelazioni ‘profetiche’ dei tre pastorelli di
Fatima.
Come ha scritto lo scrittore-giornalista Antonio Socci
(‘Il quarto segreto di Fatima’ – pag. 207 - Rizzoli, nov. 2006), egli
‘inaugurò solennemente il Concilio Vaticano II, nell’ottobre 1962, con
un discorso rimasto celebre per le sue infelici ironie sui bambini di
Fatima: «A Noi sembra di dover dissentire da codesti profeti di
sventura, che annunciano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la
fine del mondo».
Ben diverso atteggiamento ebbe quaranta anni
dopo un altro Papa, Giovanni Paolo II, quello del ‘Totus tuus, Maria’ e
delle invocazioni corali – alla sua morte - del ‘Santo subito’, devoto
alla Madonna di Fatima, che ha voluto invece celebrare nel 2000 con una
cerimonia di estrema solennità in mondovisione la beatificazione di
codesti ‘infausti profetelli’.
Quale potrebbe allora essere
l’opinione dei razionalisti ecclesiastici odierni se essi avessero il
coraggio di pronunciarsi apertamente sugli ‘eventi infausti’
preconizzati nell’Apocalisse?
Ecco che allora Dio corre ai ripari e
suscita ‘voci’ esterne alla Chiesa gerarchica, voci ‘laiche’, voci di
‘piccoli’, i quali a loro volta profetizzano, ricordano, ammoniscono, e
parlano, parlano soprattutto dell’Apocalisse.
E’ come un tam-tam
lontano che si avvicina sempre più, o meglio come un lontano brontolìo
di tuono che si fa sempre più prossimo e minaccioso come a farci capire
che il temporale ormai incombe e che è ora di correre al riparo.
L’errore
è sempre possibile perché se Dio ispira i veri profeti, Satana riesce
talvolta a deviarli quando addirittura, facendo leva sulle loro
debolezze, non li trasforma addirittura in ‘propri’ profeti.
Le
‘voci’ però si susseguono, si rincorrono come echi, possono
diversificarsi nei particolari ma sembrano avere tutte una stessa nota
di fondo: ci stiamo avvicinando, nella storia, agli
avvenimenti importanti profetizzati 2000 anni fa nell’Apocalisse.
La
cosa però più straordinaria è che questa attesa escatologica non
riguarda solo il mondo cattolico, ma anche quello di altri popoli di
diversa religione dove è viva l’attesa di eventi ormai
prossimi destinati a cambiare il corso della storia in senso drammatico
ma anche positivo per il futuro.
E’ come se Dio – che è Padre di
tutti gli uomini – volesse che tutti i suoi ‘figli’, non importa
se appartenenti anche a religioni ‘non giuste’ o non ‘del tutto giuste’,
siano in qualche modo avvertiti affinché sappiano come regolarsi.
Fra
i tanti ‘portavoce’ moderni di ambiente cattolico ve ne è uno che ha
avuto delle rivelazioni di importanza straordinaria anche su taluni dei
passaggi più oscuri concernenti l’Apocalisse.
Maria Valtorta –
come successo a tanti santi, non ultimo Padre Pio, di cui molti
conoscono le vicissitudini, persecuzioni e sofferenze morali ad opera di
taluni personaggi della stessa gerarchia ecclesiastica – ebbe anche lei
incomprensioni da parte di persone che per mentalità o partito
preso, molte volte senza conoscere neppure le sue Opere, la
contrastarono giungendo al punto di far mettere quasi mezzo secolo fa
all’Indice la sua Opera principale, con la descrizione della vita
evangelica di Gesù, non volendo ammettere la sua ispirazione divina.
(‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ (Ex ‘Il Poema dell’Uomo Dio’), in
dieci volumi – Centro Editoriale Valtortiano).
Taluni di essi –
di fronte agli innegabili contenuti eccezionali della sua opera –
preferirono pensare si dovesse trattare piuttosto dell’opera di un genio
o, tutt’al più, di opere ‘parapsicologiche’, di fronte alle quali –
come noto – non si riescono a trovare spiegazioni scientifiche.
L’Indice
è stato ormai abolito da molti anni, e – dopo decenni – la Chiesa ha
anche autorizzato la lettura dell’Opera purché l’Editore non scrivesse
che essa era stata ispirata da Dio (Emilio Pisani: ‘CONDANNATA MA
APPROVATA’ (L’Opera di Maria Valtorta e la Chiesa), Centro Ed.
Valtortiano, 2006), ma la miglior risposta sull’origine ispirata
dell’Opera – oltre a quella entusiasta di numerosi e altolocati
rappresentanti della Chiesa – la diede Papa Pio XII.
Conosciamo
tutti la proverbiale prudenza della Chiesa nel riconoscere ufficialmente
visioni, apparizioni e in genere fenomeni carismatici soprannaturali.
Quando
i Padri Serviti - che assistevano giornalmente l’inferma e paralitica
Maria Valtorta raccogliendone gli scritti - andarono da lui in udienza
privata il 26 febbraio 1948 per perorare l’autorizzazione alla
pubblicazione dell’Opera della grande mistica, il Papa – che aveva già
preso conoscenza dell’Opera – diede questo consiglio lapidario:
‘Pubblicatela così come è’. (Emilio Pisani: ‘Pro e contro Maria
Valtorta’ – pagg. 11 e 12 – Centro Ed. Valtortiano, 2002)
E quando
gli venne anche sottoposto il testo di una Prefazione dove si parlava
esplicitamente di un fenomeno soprannaturale, egli disapprovò ed
aggiunse: ‘Chi legge quest’Opera capirà…!’.
Non era certo un parere del Magistero, ma il suo era certamente un parere molto autorevole.
Ho
speso tredici anni della mia vita nello studio approfondito dell’Opera
di questa grande mistica, che ha prodotto numerose conversioni.
Sono
infatti fra coloro che – come Pio XII – credono all’origine
soprannaturale delle sue visioni e rivelazioni. Chiunque si accingesse a
studiare l’Opera – peraltro di agevole ed interessantissima lettura –
se ne potrebbe del resto accorgere facilmente dalla sostanza spirituale e
dalla elevatezza soprannaturale degli scritti.
Questo mio’
Bignami’ dell’Apocalisse terrà allora conto – specialmente con
riferimento ai passi più oscuri e di difficile interpretazione - di
quanto, dopo averlo per anni e anni metabolizzato, ho fatto mio dei
contenuti dell’Opera di questa mistica.
In questo percorso dentro i meandri ed i misteri dell’Apocalisse seguirò comunque il seguente ordine logico:
1) Illustrazione sintetica della struttura e dei contenuti dell’Apocalisse
2) Collocazione dei suoi eventi principali nella Storia con particolare riferimento a quella moderna e contemporanea
3) Interpretazione delle simbologie anche alla luce degli avvenimenti politici del Novecento e delle più recenti rivelazioni
profetiche
4) Proiezione nel futuro con riferimento al tempo dell’Anticristo… prossimo venturo, al suo breve regno di terrore sulla
terra ed alla sua sconfitta
GUIDO LANDOLINA