lunedì 14 novembre 2011

Riflessioni su Steve Jobs


Steve Jobs (24 febbraio 1955Palo Alto, 5 ottobre 2011)

Steve Jobs Neutrality Ricevo e volentieri pubblico questa riflessione dopo la scomparsa del geniale fondatore della Apple CARLO BLENGINO*

TORINO
Steve Jobs
ha cambiato il mondo?
Ho un amico, grande studioso del mondo dell’informatica e di internet, che quando prende in mano un ipad sta male. Quell’oggetto, bellissimo e geniale, rappresenta per lui l’archetipo di un tradimento: l’inizio della fine di internet. Ne è affascinato e ne riconosce la perfezione formale e funzionale, ma soffre nel maneggiarlo, conscio del fatto che in quella tavoletta c’è tutto, ma solo il tutto che la Apple ha deciso debba esserci: e tutto quel che c’è appartiene, più o meno direttamente, alla Apple, o dalla Apple proviene.

Personamente godo ogni giorno dei vantaggi dell’ipad, e non condivido affatto la sua sofferenza (ed anzi soffro quando devo usare Ubuntu sul suo netbook), ma ne intuisco le ragioni.

Così come, pur non condividendone la rozzezza, comprendo le ragioni dell’annuncio dato ieri da Richard Stallman sul suo blog : E’ morto Steve Jobs, il pioniere del computer immaginato come una fichissima prigione, progettata per separare gli sciocchi dalla loro libertà.

E' lecito, e in una certa misura dovuto, il tributo che il mondo occidentale riconosce a Jobs.

Rimango perplesso quando unanimemente si decanta e si esalta la Sua “visione”, se per essa intendiamo quei prodotti perfetti, costruiti per sfruttare internet e monetizzare ogni dato ed ogni fruizione, senza rischi, ma con una libertà ben delimitata e dai confini invalicabili. Nulla di male, ma certamente quella visione non coincide con la visione di chi internet ha realizzato e con il web lo ha reso lo straordinario strumento di comunicazione libera e indipendente che conosciamo. Ed è questa la “visione” che dobbiamo onorare e che dobbiamo preservare per il futuro.

Con un ipad in mano puoi parlare di net neutrality e di content neutrality, ma non può esser l'ipad ad incarnarne il simbolo delle straordinarie nuove libertà della rete.

Quando solo alcuni giorni fa il giochino Phone Story (http://www.phonestory.org/) realizzato da Molleindustria è stato bannato dall'Apple Store per ragioni risibili, una piccola, per quanto insignificante macchiolina si è posata sugli schermi lucidi dei nostri iphone.

Un anno fa Tim Wu, colui che dalla Columbia University per primo tratteggiò il principio della Network neutrality, in un intervista al NYTimes individuava nella Apple di Jobs il possibile nemico (http://bits.blogs.nytimes.com/2010/11/14/one-on-one-tim-wu-author-of-the-master-switch/). Manie da accademici, o forse invidia diranno in molti. Può darsi.

Certo è che alcune affermazioni che in questi giorni leggiamo sui giornali e vediamo in televisione con l'enfasi della santificazione sono davvero singolari. Non so se Steve Jobs abbia cambiato il mondo. So che lo hanno cambiato Vint Cerf, Tim Berners Lee e decine di anonimi ingegneri che nelle università condividono il loro lavoro su internet realizzando la rete come oggi la conosciamo. So che lo ha cambiato Wikipedia (di cui pochi conoscono il nome del fondatore) che ha reso concreta quell'intelligenza collettiva che dalla periferia della rete è alimentata. A costoro dobbiamo essere profondamente grati.

Steve Jobs ha realizzato e venduto oggetti bellissimi, innovativi e rivoluzionari che rendono la vita un po' più facile e anche divertente. Tutti gliene siamo grati, e lo abbiamo già dimostrato, pagando il dovuto per i suoi prodotti.

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