giovedì 28 giugno 2012

Confindustria: recessione nel 2013 "Siamo nell'abisso, danni come in guerra"

La pressione fiscale apparente è confermata salire al 45,4% del Pil nel 2013; quella effettiva, che tiene conto del sommerso, giungerà al 54,6%. Persi 1,5 milioni di posti di lavoro dal 2008. Si allontana il pareggio di bilancio: deficit all'1,6% l'anno prossimo

di GIULIANO BALESTRERI
Confindustria: recessione nel 2013 "Siamo nell'abisso, danni come in guerra"
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi
MILANO - I conti pubblici migliorano "vistosamente", ma "si allontana il pareggio di bilancio": il prossimo anno il deficit non sarà dello 0,1% come prospettato a dicembre, ma dell'1,6%. E nel 2012 si assesterà al 2,6%. Di più. Secondo gli scenari economici presentati oggi dal Centro studi di Confindustria, la recessione continuerà anche l'anno prossimo, quando il Pil calerà dello 0,3%.

"Non siamo in guerra, ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto e a essere colpite sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l'industria manifatturiera e le giovani generazioni". E lo drammatico scenario delineato dal Csc: "L'aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le democrazie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c'è stata ed è tuttora in corso, ed è combattuta dentro l'Europa e dentro l'Italia". Per Csc "a scatenarla sono stati errori recenti e mali antichi. Gli errori recenti sono stati inanellati nella gestione dell'eurocrisi".

Tasse e recessione. La recessione italiana già si è dimostrata più intensa e spingendo il Centro studi Confindustria a rivedere al ribasso le stime del Pil. Per il 2012 l'economia calerà del 2,4% contro il -1,6% indicato a dicembre e analoga è la differenza nello scenario per il 2013: da +0,6% a -0,3%, quasi esclusivamente dovuta alla pessima eredità ricevuta dal 2012. Il Csc segnala che il 90% dell'arretramento di quest'anno è già acquisito nel secondo trimestre per cui il calo acquisito stimato è già del 2,1 per cento. "Siamo nell'abisso" dice il direttore del Centro studi, Luca Paolazzi che, tuttavia, prevede "un rientro dell'eurocrisi entro la primavera". Non aiuta certo la pressione fiscale che, depurata dal sommerso, "schizzerà al 54,6%" nel 2013 dal 54,2% del 2012. Continua la corsa anche della pressione apparente, dal 42,5% del 2011 al 45,1% del 2012 fino al 45,4% del 2013. Le entrate fiscali sono "in forte accelerazione", +5,2% quest'anno, per poi rallentare al +2,6% nel 2013

Lavoro e consumi.
A preoccupare Viale dell'Astronomia è, soprattutto, il forte derioramento delle condizioni del mercato del lavoro: nel 2012 l'occupazione calerà dell'1,4% (-1% già acquisito al primo trimestre) e dello 0,5% nel 2013. Solo sul finire dell'anno prossimo le variazioni congiunturali torneranno positive e, al netto della Cig, il 2013 si chiuderà con 1 milione e 482mila posti di lavoro in meno rispetto al 2008 (-5,9%). La disoccupazione, osserva il Csc prosegue la corsa osservata negli ultimi mesi con il tasso che raggiungerà il 10,9% a fine 2012 (10,4% in media d'anno) e il 12,4% a fine 2013 (11,8% in media d'anno).

"A sei anni dall'inizio della crisi, nel 2013 l'Italia si troverà con un livello di benessere, misurato in Pil pro-capite, del 10% inferiore alla media 2007". Il Csc calcola un calo "pari quasi a 2.500 euro in meno (prezzi costanti dal 2005)". Per gli economisti di via dell'Astronomia è "una perdita difficilmente recuperabile in assenza di riforme incisive che riportino il Paese su un sentiero di crescita superiore al 2% annuo come è alla sua portata". Con un notevole impatto sui consumi: "Quelli delle famiglie diminuiscono nettamente (-2,8%), conseguenza della fiducia al minimo storico, dell'ulteriore riduzione del reddito reale disponibile, della restrizione dei prestiti e dell'aumento del risparmio precauzionale". Per gli esperti di viale dell'Astronomia, "gli investimenti crollano dell'8,0% per effetto dell'estrema incertezza e del proibitivo accesso al credito bancario".

Patrimoniale. E non sarebbe certo una soluzione il ritorno alla lira che, anzi, si tradurrebbe per gli italiani nella "più colossale patrimoniale mai varata". Secondo il Csc gli effetti sarebbe devastanti sul valore delle attività, sul reddito e sulle ricchezze private "perché verrebbero inevitabilmente sottoposte a una radicale tosatura per ristabilire un pò di ordine nel bilancio pubblico e nella giustizia sociale, di fronte al profondo impoverimento della maggioranza della popolazione".

Le reazioni. Di fronte alla gravità della recessione "bisogna cambiare passo", secondo il vicepresidente di Confindustria e amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, con "una ristrutturazione radicale e decisa della pubblica amministrazione e un'armonizzazione delle procedure amministrative per liberare risorse da iniettare come linfa vitale al nostro paese ormai allo stremo". Nel suo intervento alla presentazione degli Scenari economici del Centro studi, Conti ha detto che i costi amministrativi pesano sulle aziende per oltre 26 miliardi di euro l'anno.

"La crisi non è finita e negli ultimi tempi sembra si stia allungando nel tempo nel nostro paese e in Europa". Sulla stessa lunghezza d'onda anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che aggiunge: "Non riconoscere o negare la recessione, come si è fatto per tanto tempo, equivale a scegliere la via di stagnazione o declino che abbiamo seguito per troppo tempo. Noi ci dobbiamo ribellare a questa forme di cecità, che a volte forse non è neanche disinteressata".

lunedì 11 giugno 2012

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.

È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio.
I Lettura Gdc 6,11-24a
Dal libro dei Giudici
In quei giorni, l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: “Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?”. Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian».
Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo».
Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno».
Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce àzzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce àzzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce àzzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce àzzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi.
Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace».

Salmo (Sal 84)
Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
Vangelo Mt 19,23-30
Canto al Vangelo (2 Cor 8,9)
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo, da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Commento da lachiesa.it
Nella vocazione di Gedeone, riferita nella prima lettura di oggi, si manifesta il modo apparentemente strano con cui Dio sceglie i suoi strumenti per intervenire nella storia del suo popolo. Gedeone non è un personaggio di grande rilievo, lui stesso lo fa notare al Signore che lo chiama: “Signore mio, come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse, e io sono il più piccolo nella casa di mio padre”.
Come mai il Signore sceglie uno strumento così debole, così disprezzabile, dalla famiglia più povera e, in questa famiglia, il più piccolo?
Questo modo di fare di Dio lo ritroviamo ancora dopo, quando Gedeone deve combattere i Madianiti. Egli, vedendo la loro forza, convoca tutti gli Israeliti; un gran numero viene per combattere: sono trentaduemila uomini. Cosa dice Dio? Dice: “La gente che è con te è troppo numerosa”. Come mai troppo numerosa? I Madianiti sono molto forti, forse trentaduemila uomini non basteranno! Ma Dio dice di no, perché Israele potrebbe vantarsi e dire: “La mia mano mi ha salvato!”. Quindi il Signore ordina a Gedeone di rimandare a casa prima tutti quelli che non si sentono troppo forti, troppo coraggiosi, che hanno qualche obiezione possibile. Rimangono diecimila uomini. “E ancora troppo”, dice Dio. E allora propone una prova un po’ speciale: vedere come questi uomini si mettono per bere l’acqua di un torrente. Trecento prendono una posizione insolita: proprio questi trecento sono scelti. Così il numero va bene, è abbastanza piccolo perché si manifesti la potenza e la grandezza di Dio.
Dio regolarmente sceglie i suoi strumenti in questo modo. San Paolo lo diceva quando, parlando della sua vocazione che stimava in modo straordinario, osservava: “Abbiamo questo tesoro in vasi di creta”, cioè portiamo queste grazie in condizione di debolezza, di infermità umana, “perché appaia che la potenza straordinaria viene da Dio e non da noi”. Questo è importante: che l’uomo non possa attribuire a se stesso ciò che in realtà viene da Dio. Sarebbe un gran danno, anzitutto per lui stesso, perché se l’uomo si chiude in sé, nella sua superbia, non vive più nella corrente dell’amore di Dio, si separa dalla fonte di ogni bene e si ritrova isolato, senza vera gioia, senza vera pienezza. Invece, se accetta una condizione umile, allora può veramente ricevere tutta l’abbondanza della grazia divina. San Paolo lo ha esperimentato. Essendo provato, supplicava il Signore di liberarlo, e Gesù gli rispose: “Ti basta la mia grazia; la potenza si rivela nella debolezza”. E la regola per le opere di Dio.
Quindi non dobbiamo avvilirci quando ci sentiamo deboli, incapaci, quando i nostri mezzi appaiono inadeguati per l’opera che ci è affidata, quando sopravvengono difficoltà da ogni parte, ostacoli che non siamo in grado, umanamente parlando, di superare. Invece di lamentarci, dobbiamo allora proclamare la nostra fiducia. Se cerchiamo di fare l’opera del Signore con amore, lui manifesterà la sua potenza e la sua bontà, darà una grande fecondità apostolica ai nostri umili sforzi.
beato angelico sermone della montagna

domenica 10 giugno 2012

TERREMOTO, SI RISVEGLIANO I VULCANI SOTTOMARINI. "IN ARRIVO NUOVE SCOSSE"


Domenica 10 Giugno 2012 - 18:45

ROMA - Sono stati individuati i segnali che precedono il risveglio di un vulcano sottomarino. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, si deve a tre studi coordinati da tre ricercatori americani e potrebbe contribuire a prevedere le eruzioni sottomarine che rappresentano la stragrande maggioranza del vulcanismo della Terra. I lavori coordinati da Chadwick William, Robert Dziak entrambi della Oregon State University e da David Caress dell'Istituto di Ricerca Monterey Bay Aquarium, si basano sul monitoraggio del vulcano sottomarino Axial Seamount situato nell'Oceano Pacifico, a largo delle coste degli Stati Uniti, prima e dopo l'eruzione nel mese di aprile 2011. Questa eruzione era stata prevista con successo dagli stessi autori che avevano individuato un arco di tempo durante il quale poteva avvenire e ora i lavori descrivono i segnali precursori del 'risvegliò del vulcano. Per monitorare l'Axial Seamount, uno dei vulcani sottomarini più attivi del mondo, i ricercatori hanno usato un robot sommergibile per analizzare il fondale marino, sensori di pressione per misurare l'innalzamento e l' abbassamento del fondale, strumenti per registrare i piccoli terremoti generati dal magma che si muove nella crosta terrestre. È stato documentato un aumento graduale del fondo del mare di quasi 20 centimetri in un periodo di diversi mesi, seguito da un brusco sollevamento di 7 centimetri avvenuto in meno di un'ora prima della comparsa dell'eruzione. Durante l'eruzione, durata sei giorni, che ha fatto svuotare il serbatoio di magma, il fondale marino si poi è 'sgonfiatò abbassandosi di due metri. Questi movimenti del suolo, sottolineano gli esperti, indicano il riempimento graduale del serbatoio del magma sotto la superficie e il successivo svuotamento. Nelle due ore prima dell'eruzione, i ricercatori, hanno inoltre registrato uno sciame intenso di terremoti. È la prima volta, sottolinea Chadwick, che si dimostra il legame tra sismicità, deformazione del fondo marino e l' intrusione di magma in un vulcano sottomarino. «Gli strumenti - ha rilevato Dziak - hanno registrato i segnali di migliaia di piccoli terremoti in pochi minuti, generati dal magma che sale infiltrandosi nelle crepe della crosta e che ci hanno permesso di tracciare chiaramente la risalita del magma».

IL GEOLOGO: "PREPARARSI A NUOVE SCOSSE" - «Prepariamoci per il prossimo terremoto». Non è una previsione ma un appello per mettere in sicurezza l'Italia «vista la periodicità degli eventi». A lanciarlo Paride Antolini, componente del Consiglio nazionale dei geologi, in merito all'allerta della Commissione Grandi Rischi ma soprattutto in riferimento ai nuovi piani strutturali comunali «che ora, alla luce di quanto accaduto, devono contenere scelte coraggiose». «Il nostro - ha detto Antolini - è un paese sismico ma non lo sa. Se ne accorge solo quando succede. Ecco perchè è urgente mettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio, in Emilia Romagna, ma anche in tutto il territorio». Da qui alcuni interventi urgenti. «Innanzi tutto - ha sottolineato Antolini - la riqualificazione dell'esistente. Poi, subito, al secondo posto, la limitazione del nuovo edificato per evitare l'occupazione di altro suolo. Il consumo eccessivo di territorio infatti - ha spiegato - porta, nell'attuale gestione, agli annuali eventi catastrofici che, come per le alluvioni e le frane, si registrano ogni autunno e primavera». Quindi al terzo posto, secondo Antolini, «il disicentivo e la delocalizzazione per evitare di urbanizzare aree a rischio idrogeologico e sismico». Infine, ma non ultima, la corretta informazione «per avere consapevolezza di quello che accade». «I cittadini - ha affermato Antolini - devono essere messi al corrente di quello che rischiano attraverso una capillare e costante informazione, ma non ogni 3-4 anni a evento avvenuto». «Per esempio in Emilia Romagna, al primo posto nell'economia italiana, l' informazione non c'è se a ogni sussulto c'è tutto quello spavento. Non bisogna però cadere nell'errore di creare panico, bisogna informare. Oggi - ha proseguito Antolini - c'è un interregno tra il silenzio sui rischi di una determinata zona e l'eccessivo allarme che, come nella comunicazione della Commissione Grandi Rischi, ha portato la gente di Ferrara a stare sveglia tutta la notte». E allora, come membro del Consiglio nazionale dei geologi, Antolini ha sottolineato l'importanza, ora in Italia, se si abita in una zona sismica o no. «Questa è l'unica cosa da sapere per adeguare le costruzioni private, pubbliche e industriali. I Comuni, le Regioni, devono capire che bisogna costruire in sicurezza senza classe sismica o basi statistiche che tengano e solo avendo presente se la zona è a rischio terremoti o no. Se è sismica bisogna costruire in una determinata maniera sempre, adottando gli standard più elevati, sia che si tratti di Emilia Romagna o di Abruzzo o di Calabria».

lunedì 4 giugno 2012

Tutti i terremoti di oggi 4 giugno dalle 3:58:12.0


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F2012-06-04   18:04:28.03hr 42min ago44.99 N  10.91 E  123.0 NORTHERN ITALY



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4
F2012-06-04   11:18:16.010hr 29min ago7.69 S  106.40 E  805.8 JAVA, INDONESIA



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Cassazione: Dell'Utri fu mediatore tra la «vittima» Berlusconi e la mafia

Pubblicate le motivazioni: deve essere provato il concorso esterno tra il 1977 e il 1982. Non certo l'appoggio mafioso a Forza Italia


(Ansa)(Ansa)
MILANO - Il senatore Marcello Dell'Utri è stato il «mediatore» dell'accordo protettivo per il quale Berlusconi, in «posizione di vittima», pagò alla mafia «cospicue somme» per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari. Lo ha scritto la Corte di cassazione nelle motivazioni della sentenza che ha annullato con rinvio la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa al politico palermitano. Il processo di secondo grado, con questo rinvio, dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici. La prescrizione del reato inizialmente era prevista per il giugno 2014, ma la stessa Cassazione evidenzia come al processo d'appello bis potrebbe essere applicato «il regime della prescrizione antecedente alla riforma del 2005, che valorizza il reato continuato». Così i termini della prescrizione cambierebbero «in pejus» per Dell'Utri e i tempi per la prescrizione stessa potrebbero allungarsi. FORZA ITALIA - La questione politica, però, dovrebbe rimanere a margine. La Corte, infatti, sottolinea che i pagamenti di Silvio Berlusconi a Cosa Nostra per questioni di sicurezza non fanno discendere come un teorema «irresistibile», la conseguenza che la mafia, vent'anni dopo, abbia appoggiato l'ascesa di Forza Italia. «È infatti evidente - scrive la Cassazione - che non è una regola generale quella per cui un continuativo rapporto illecito su base patrimoniale con Cosa Nostra, di per sé gratificata per un certo arco di tempo dalla apertura del canale privilegiato di comunicazione con l'imprenditore Berlusconi, possa avere implicato, come risposta, da parte della stessa associazione, una necessaria e naturale disponibilità al sostegno di iniziative di tipo politico, assunte dopo un ventennio dall'inizio dei primi rapporti, che il soggetto "estorto" intendeva assumere».
LA DIFESA: PER 30 ANNI MANCANO LE PROVE - L'avvocato del senatore Massimo Krogh ha voluto sottolineare in un'intervista all'agenzia Ansa come, per la difesa, questa sentenza sottolinei che il «vero motivo dell'annullamento della condanna per concorso esterno» sia «che dal 1978 ad oggi mancano prove del reato che gli viene contestato. Tutto quello che la Cassazione dice del periodo precedente non conta, ormai è prescritto». Krogh sottolinea come il percorso argomentativo del giudizio di secondo grado sia stato parzialmente censurato e come questo comporti che nel nuovo procedimento si debba «esaminare e motivare» «se il concorso esterno contestato sia oggettivamente e soggettivamente configurabile, a carico del ricorrente, anche nel periodo di assenza dell'imputato dall'area imprenditoriale Fininvest e società collegate (periodo intercorso, secondo la sentenza impugnata, tra il 1978 e il 1982); se il reato contestato sia configurabile, sotto il profilo soggettivo, anche nel periodo successivo a quello appena indicato».
IL RINVIO E GLI ANNI 1977-1982 - Il rinvio della sentenza d'appello è del 9 marzo scorso: era stata la difesa del senatore a presentare un ricorso contro la condanna a sette anni, mentre la procura generale ricorreva chiedendo un aggravio di pena, sostenendo che il reato è proseguito anche dopo il 1992. Secondo la Cassazione, però, deve ancora essere provato il concorso esterno di Dell'Utri a favore di Cosa Nostra per gli anni che vanno dal 1977 al 1982, periodo durante il quale il senatore non lavorò più per Berlusconi ma venne assunto «alle dipendenze di imprenditore diverso e autonomo, il Rapisarda». Secondo la Suprema corte, per quegli anni nel verdetto d'appello c'è «un totale vuoto argomentativo per quanto concerne la possibile incidenza di tale allontanamento sulla permanenza del reato già commesso».
I TERMINI - Questo «vuoto argomentativo» deve essere colmato, «ove ricorrano gli elementi», «non potendo darsi ingresso a presunzioni basate sulla bontà dei rapporti di amicizia con Berlusconi» i quali «da soli non provano il perdurare della intromissione di Dell'Utri in affari penetranti per la vita individuale dell'imprenditore dal quale si era allontanato, atteso che di ciò non risultano esplicitate neppure la ragione e le modalità concrete del concorso nei versamenti che si dicono comunque avvenuti, materialmente dunque anche ad opera di terzi, a partire dal 1978». Viene quindi chiesta ai giudici palermitani una nuova analisi che si riveli «indicativa della definitiva fine della permanenza del reato fino a quel momento consumato» con «evidenti riflessi» sul calcolo della prescrizione, oppure, aggiunge la Cassazione, che «potrà risultare compatibile, con motivazione diversa però da quella qui cassata, con il costrutto accusatorio». A cambiare in maniera afflittiva i tempi della prescrizione, inoltre, potrebbe essere il caso di un'attività non interrotta e poi ripresa, poiché i termini decorrerebbero allora «dall'ultima delle condotte dell'imputato di cui il giudice del rinvio possa sostenere motivatamente che è la oggettiva e soggettiva manifestazione della protrazione della condotta anti-giuridica in esame», poichè «troverebbe applicazione in regime della prescrizione antecedente alla riforma del 2005, che valorizza il reato continuato».
LO STALLIERE - Sono 146 le pagine delle motivazioni della sentenza 15727: secondo la Cassazione i giudici della Corte d'appello di Palermo hanno valutato in maniera «corretta» le «convergenti dichiarazioni» di più collaboratori sul tema «dell'assunzione, per il tramite di Dell'Utri» dello stalliere Vittorio Mangano «ad Arcore, come la risultante di convergenti interessi di Berlusconi e di Cosa Nostra». Viene ritenuta provata anche la «non gratuità dell'accordo protettivo, in cambio del quale sono state versate cospicue somme da parte di Berlusconi in favore della mafia». Ancora, si legge, che l'ingaggio di Mangano «indipendentemente dalle ricostruzioni dei cosiddetti pentiti, è stato congruamente delineato dai giudici di merito come indicativo, senza possibilità di valide alternative, di un accordo di natura protettiva e collaborativa raggiunto da Berlusconi con la mafia per il tramite di Dell'Utri che, di quella assunzione, è stato l'artefice grazie anche all'impegno specifico profuso da Cinà». Gaetano Cinà, amico personale di Dell'Utri e ritenuto il padrino della famiglia Malaspina fino al 2006, anno della morte, secondo la sentenza d'appello è stato il contatto diretto tra Dell'Utri, e quindi Berlusconi, ed influenti esponenti mafiosi come Stefano Bontate, che così nel 1974 è stato in visita in un ufficio di Berlusconi non meglio precisato, probabilmente la sede di Edilnord.
BERLUSCONI, LA NECESSITÀ E L'ARRICCHIMENTO - Anche in riferimento a questi episodi, però, i giudici sottolineano comunque che lo stato di necessità di Berlusconi non è sempre stato alla base del patto con la «consorteria mafiosa», dato che all'inizio non era «connotato e tantomeno sollecitato da proprie azioni intimidatorie, oltre che finalizzato alla realizzazione di evidenti risultati di arricchimento». Di conseguenza «non vi è ragione di negare ingresso alla tesi dei giudici secondo cui i pagamenti effettuati da Berlusconi avevano sì, natura necessitata perchè ingiustamente provocati, all'origine, da spregevoli azioni intimidatorie poste in essere in danno alla sua famiglia, ma non l'avevano avuta, ai tempi, in riferimento ai rapporti con Dell'Utri, e con Bontade e Teresi e l'associazione che essi immediatamente rappresentavano: soggetti, dunque, che erano stati evocati in una trattativa che, all'origine,appariva concepita "alla pari", per il conseguimento di un risultato che, così come avrebbe potuto e dovuto essere perseguito presso le istituzioni all'uopo previste, era stato invece cercato presso chi era parso capace di garantire un servizio di sicurezza di tipo privato e particolarmente efficace e affidabile».
Redazione Online