martedì 22 maggio 2012

Il fallimento di un ominicchio. Pdl depresso dopo voto. E Berlusconi cova svolta antipolitica

Fra idee smantellare e rilanciare con società civile.Ex An ignari



Roma, 23 mag. (TMNews) - Anche nelle migliori famiglie c'è chi conserva un segreto. Figurarsi nel Pdl, dove il clima è pessimo e le recenti amministrative hanno fotografato il crollo verticale che neanche il 'mago' dei numeri Denis Verdini, oggi riunito a via dell'Umiltà con lo stato maggiore del partito, è riuscito carte alla mano ad addolcire. Un clima che alimenta sospetti e spinge le varie anime a organizzarsi, ciascuna ignorando le mosse delle altre. Confusione, tanta, ma anche progetti covati da settimane. Fra questi, grande attenzione mediatica è riservata alla "grande novità politica" annunciata da Alfano, della quale hanno ragionato il segretario con Silvio Berlusconi. Pochi altri conoscono i contorni della svolta, anche perché esistono diverse gradazioni dell'annunciata 'rivoluzione', nessuno tra gli ex An. Una di queste, la più estrema, prevederebbe lo smantellamento del partito. E' solo, un'ipotesi, al momento, neanche troppo chiara allo stesso Berlusconi e ad Angelino. E' riassumibile nella formula "cavalcare l'antipolitica". Passerebbe da un totale azzeramento dei vertici del partito, comporterebbe la cancellazione dei coordinamenti regionali e la contestuale ascesa - in un nuovo soggetto politico nuovo di zecca - di esponenti della società civile. Personalità 'non politiche', insomma. I sondaggi 'quotano' una forza così plasmata fra il 15 e il 20%. Una rete discreta di fidati berlusconiani lontani dalla prima linea del Palazzo si dovrebbe occupare di reclutare la nuova classe dirigente. Una sorta di 'grillismo' berlusconiano per la Terza Repubblica, da varare presto e comunque entro l'estate, che però al momento resta sul tavolo, come una delle tante possibili strategie, in attesa che il Cav decida di muovere un passo. E intanto scoramento e ironia si mischiano in un Trasatlantico trasformato in sfogatoio. Sfogatoio, perché anche alla Camera nessuno nasconde più lo sbandamento. Ironia sulla svolta imminente che però tarda ad arrivare, ironie sull'atteggiamento del segretario. Intanto gli ex An anche in queste ore continuano a riunirsi e ragionare sulla possibilità di dar vita a un contenitore 'neo conservatore', magari a guida Meloni. Guido Crosetto lascia intendere la volontà di lanciare l'idea di primarie aperte per la premiership. Resta sul tavolo anche la soluzione di una federazione, una spacchettamento controllato per salvare il salvabile. E si teme Montezemolo, che in fondo lavora sulla società civile come sogna di fare il Cav. Proprio Berlusconi, che ieri ha rinunciato a riunire i vertici del partito e ipotizza di incontrarli domattina, prima della trasferta Ppe a Bruxelles. Ha ragionato del futuro con il segretario, che a sua volta ha riunito a via dell'Umiltà gli altri dirigenti per una sconsolata analisi dei dati elettorali. Sul tappeto, comunque, restano differenti ipotesi. Perché conta anche l'evolvere della crisi economica e il conseguente rapporto con il governo Monti. Ma l'idea di fare concorrenza a Grillo, sognando il ritorno alle origini, una forza per certi versi antipolitica e strettamente legata al mondo di internet e dei social network, è nella testa di un Cavaliere che però, ad alcuni dirigenti, non nasconde le difficoltà del progetto e la tanta confusione dell'intero quadro politico. Tom MAZ

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