giovedì 4 luglio 2013

PAPA FRANCESCO RESTA "PER ORA" A SANTA MARTA

L'appartamento pontificio è pronto, ma Bergoglio rimane nella casa dove alloggia dai tempi del Conclave. El Clarin: Francesco in Argentina a dicembre. Modificato lo stemma con stella a 8 punte, tante quante le beatitudini. Tradotti in italiano due libri scritti quando era cardinale.
Papa Francesco resta
"per ora" a Santa Marta
Il Papa durante la domenica delle palme
ROMA - Papa Francesco per ora non si trasferisce nell'appartamento pontificio del palazzo apostolico e resta nella Casa Santa Marta in Vaticano. Lo ha lasciato intendere lo stesso Jorge Mario Bergoglio stamane, a quanto riferito dal portavoce vaticano Federico Lombardi.  Il Pontefice ha lasciato la camera dove risiede dal Conclave e si è trasferito nella suite dell'edificio. Per le udienze, invece, si trasferisce nella seconda loggia del palazzo apostolico. "Questa mattina - ha detto Lombardi - il Papa ha detto messa con gli ospiti della Santa Marta e alla fine ha lasciato capire che intende rimanere con loro in questa fase". Nel frattempo Bergoglio "si è trasferito nella suite, dove c'è anche un salotto per ricevere" e, dopo il Conclave, i 115 cardinali elettori hanno lasciato le loro stanze e sono tornati nell'edificio gli abituali ospiti: sacerdoti, vescovi, persone in servizio presso la Santa Sede, ospiti temporanei. Domani Papa Francesco terrà la sua prima udienza generale in Piazza San Pietro dove sono attese tra 15mila e 20mila persone.

EL CLARIN, FRANCESCO IN ARGENTINA A DICEMBRE. Intanto un quotidiano argentino, El Clarin, riferisce che Papa Francesco andrà in Argentina nella prima metà di dicembre. Il quotidiano cita "alte fonti della Chiesa". Oltre che in Argentina, il Pontefice potrebbe recarsi anche in Cile e non è esclusa una tappa in Uruguay. Come già previsto dalla stampa locale, quindi, il Santo Padre si recherà in Argentina solo dopo le elezioni di ottobre, ma ancora non sono state fornite anticipazioni sulle tappe nel Paese. Nel 1987, Papa Giovanni Paolo II, per una visita pastorale, si recò in Uruguay, Cile e poi in Argentina.

MODIFICHE A STEMMA DI FRANCESCO. Piccoli cambiamenti per lo stemma di Papa Francesco. Il sito del Vaticano ha pubblicato la nuova versione dell'emblema che già Jorge Bergoglio aveva fin da vescovo. Le modifiche riguardano in particolare il cambiamento della stella, non più a 5 punte ma a 8 punte, il numero delle beatitudini. Inoltre, è stato modificato graficamente il fiore di nardo, che indica San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, ora molto più simile al disegno del fiore, mentre in una prima versione poteva essere scambiato per un grappolo d'uva rovesciato. Infine, il motto "miserando atque eligendo" è stato inserito in un cartiglio bianco con bordi rossi. Rimane invariato, invece, l'emblema della Compagnia di Gesù ordine di provenienza del Papa.

I SIMBOLI DELLO STEMMA. Lo scudo blu è sormontato dai simboli della dignità pontificia, uguali a quelli voluti dal predecessore Benedetto XVI (mitra collocata tra chiavi decussate d'oro e d'argento, rilegate da un cordone rosso). In alto, campeggia l'emblema dei gesuiti: un sole raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere, in rosso, IHS, monogramma di Cristo. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi in nero. In basso, si trovano la stella e il fiore di nardo. La stella, secondo l'antica tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria, madre di Cristo e della Chiesa; mentre il fiore di nardo indica San Giuseppe, patrono della Chiesa universale. Nella tradizione iconografica ispanica, infatti, San Giuseppe è raffigurato con un ramo di nardo in mano. Ponendo nel suo scudo tali immagini, spiega il sito del Vaticano, il Papa ha inteso esprimere la propria particolare devozione verso la Vergine Santissima e San Giuseppe.

IL MOTTO. Il motto di Papa Francesco rimasto invariato, è tratto dalle Omelie di San Beda il Venerabile. In particolare, si tratta di un "omaggio alla misericordia divina ed è riprodotta nella Liturgia delle Ore della festa di San Matteo. Essa riveste un significato particolare nella vita e nell'itinerario spirituale del Papa. Infatti, nella festa di San Matteo dell'anno 1953, il giovane Jorge Bergoglio sperimentò, all'età di 17 anni, in un modo del tutto particolare, la presenza amorosa di Dio nella sua vita. In seguito ad una confessione, si sentì toccare il cuore ed avvertì la discesa della misericordia di Dio, che con sguardo di tenero amore, lo chiamava alla vita religiosa, sull'esempio di Sant'Ignazio di Loyola". Una volta eletto Vescovo, mons. Bergoglio, in ricordo di tale avvenimento che segnò gli inizi della sua totale consacrazione a Dio nella Sua Chiesa, decise di scegliere, come motto e programma di vita, l'espressione di San Beda ''miserando atque eligendo'', che ha inteso riprodurre anche nel proprio stemma pontificio.

I LIBRI DI BERGOGLIO SU CORRUZIONE E UMILTA'.  'Guarire dalla corruzione' e 'Umiltà, la strada verso Dio' sono i primi titoli di libri scritti dal Papa quando era cardinale, presentati dall'Editrice Missionaria Italiana presso la sede della rivista 'Civiltà cattolica'. Si tratta di testi scritti nel 1991, l'anno di Tangentopoli, dall'allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, e ora tradotti in italiano. I libri hanno avuto una presentazione speciale, da don Luigi Ciotti, padre Antonio Spadaro, direttore di 'Civiltà cattolica' e dalla storica e giornalista Lucetta Scaraffia. Secondo il fondatore di Libera il volumetto dedicato alla corruzione è fortemente "attuale", non a caso della postfazione si è occupato l'ex procuratore distrettuale antimafia Pietro Grasso, oggi presidente del Senato. Questi scritti di Bergoglio "non devono far riflettere sugli altri che sono corrotti ma su noi stessi. E' un aiuto a vivere la vita dello spirito". A spiegarlo è stato padre Spadaro. In essi il Papa è partito dalla corruzione, come fenomeno dilagante in Argentina, per centrare il problema e distinguerlo, come ha fatto anche nell'omelia di stamane a Santa Marta, da quello del peccato. Di tutt'altro argomento 'Umiltà, la strada verso Dio', che parla del libro di Doroteo di Gaza. La pubblicazione riporta in appendice un intervento del priore di Bose, Enzo Bianchi, su questo padre della Chiesa e l'interpretazione che ne fa il Pontefice.

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